lunedì 3 maggio 2010

Alamamegretta Sanacore 1995



Il 1995 in Italia rappresentò una forte linea di demarcazione nella musica cosidetta alternativa italiana. Il 1995 voleva significare una fine quasi certa, del modo d'intendere un certo essere o mood contro-musicale che si era sviluppato fino ad all'ora, tutto pregno di Punk più o meno istituzionale, di New Wave del vicino con l'erba più bella e di gargarismi sperimentali new-yorkesi, recepiti malissimo o male. Gli Almamegretta c'entravano per vie traverse nel paorama alternativo istituzionale del periodo, attraverso le vie dei centri sociali, dagli echi hip-hop maturo e distintivo delle Posse italiane, a neonati combi autodafè di djset reggae . Anche la critica musicale nostrana, mi viene in mente Rumore (Blow up ancora non esistiva, grazie a dio meglio agli dei) ne parlò in maniera entusiasta ma molto molto strana però, totalizzante, nel senso che la critica al disco non veniva rilegata settorialmente (ovvero questo è un disco dub-reggae per gli amanti del genere e qundi bla bla bla...), ma al contrario veniva allargato un consenso nell'articolo alla bellezza del disco, rompendo barriere fatte di capelli lunghi e maglioni slabrati, anfibi ed ecstasy, Puma e Lotti assortiti nelle sale prove. Raiz è un pescatore d'anime in questo disco (quelle anime perse attraverso Protection dei Massive Attack perla della spaccatura istituzionale), getta la sua rete e tira senza sapere cosa possa finire all'interno, lo fa con una canzone come "Pè dint 'e viche addò nun trase 'o mare", ruba a a 3D le litanie sacre dell'hascish e le sostituisce con il profumo del soffritto del ragù napoletano, più pesante ed efficace. "Sanacore" basa il messaggio di appartenenza vitale alla cultura partonopea, sono quelle rullatine distorte rubate a King Tubby, giocatore d'azzardo del mixer, che dicono che la questione appartiene alla cultura cosmopolita, senza barriere ai figli di origine africana che costellano i vicoli di Napoli. Cosa soprende sempre tanto è che non ci si accorge mai della nostra musica nel mondo così detto alternativo, i preconcetti in questo mondo sono pesanti, fatti di cattiveria dovuta all'incapacità paradossale di ascotare tutto ciò che è fuori dai nostri confini, si acquisiscono dogmi altrui senza capire l'altrui, sembra che quella vanità dovuta al bel canto italico acciechi le orecchie, mi spiego: il mondo alternativo italiano, almeno quello che conosco io, si è sempre vergognato di alzare in toto la musica italiana leggera come forma d'ispirazione o cambiamento delle strutture musicali "Diverse". In questo disco si anticipa di quasi 13 anni, tutto il fenomeno del Dubstep o del Future dub, tanto inglese, tanto amato dai salotti engagè che si formano nelle discussioni fra i prescelti che animano il mio negozio e le code per andare ad ascoltare gruppi indiscutibilmente hypsters. Frasi del tipo Shackleton è dio, la compilation della Hyperdub è la Bibbia concimata dal seme congiunto di Burial con Kode 9 fanno sorridere, se dette da persone con più di 25 anni, che non hanno mai ascotato una canzone come "Tempo", e che fanno apparire Vex'd o Scuba come due novizi con la chierica, incolpevoli di essere posti su di un trono, quello della critica italiana orale e scritta, fatto di stracci vintage e sushi cinese, "Nun te scurda".

2 commenti:

  1. a volte succede, e non te lo sai spiegare. Accade come l'apparizione della madonna. Poi tutto torna come prima, perché o sciore cchiu felice È ‘o sciore senza radice
    corre comme ‘o cane senza fune, ‘o sciore senza padrune.

    buono lo yogurt né.

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