Il 1995 in Italia rappresentò una forte linea di demarcazione nella musica cosidetta alternativa italiana. Il 1995 voleva significare una fine quasi certa, del modo d'intendere un certo essere o mood contro-musicale che si era sviluppato fino ad all'ora, tutto pregno di Punk più o meno istituzionale, di New Wave del vicino con l'erba più bella e di gargarismi sperimentali new-yorkesi, recepiti malissimo o male. Gli Almamegretta c'entravano per vie traverse nel paorama alternativo istituzionale del periodo, attraverso le vie dei centri sociali, dagli echi hip-hop maturo e distintivo delle Posse italiane, a neonati combi autodafè di djset reggae . Anche la critica musicale nostrana, mi viene in mente Rumore (Blow up ancora non esistiva, grazie a dio meglio agli dei) ne parlò in maniera entusiasta ma molto molto strana però, totalizzante, nel senso che la critica al disco non veniva rilegata settorialmente (ovvero questo è un disco dub-reggae per gli amanti del genere e qundi bla bla bla...), ma al contrario veniva allargato un consenso nell'articolo alla bellezza del disco, rompendo barriere fatte di capelli lunghi e maglioni slabrati, anfibi ed ecstasy, Puma e Lotti assortiti nelle sale prove. Raiz è un pescatore d'anime in questo disco (quelle anime perse attraverso Protection dei Massive Attack perla della spaccatura istituzionale), getta la sua rete e tira senza sapere cosa possa finire all'interno, lo fa con una canzone come "Pè dint 'e viche addò nun trase 'o mare", ruba a a 3D le litanie sacre dell'hascish e le sostituisce con il profumo del soffritto del ragù napoletano, più pesante ed efficace. "Sanacore" basa il messaggio di appartenenza vitale alla cultura partonopea, sono quelle rullatine distorte rubate a King Tubby, giocatore d'azzardo del mixer, che dicono che la questione appartiene alla cultura cosmopolita, senza barriere ai figli di origine africana che costellano i vicoli di Napoli. Cosa soprende sempre tanto è che non ci si accorge mai della nostra musica nel mondo così detto alternativo, i preconcetti in questo mondo sono pesanti, fatti di cattiveria dovuta all'incapacità paradossale di ascotare tutto ciò che è fuori dai nostri confini, si acquisiscono dogmi altrui senza capire l'altrui, sembra che quella vanità dovuta al bel canto italico acciechi le orecchie, mi spiego: il mondo alternativo italiano, almeno quello che conosco io, si è sempre vergognato di alzare in toto la musica italiana leggera come forma d'ispirazione o cambiamento delle strutture musicali "Diverse". In questo disco si anticipa di quasi 13 anni, tutto il fenomeno del Dubstep o del Future dub, tanto inglese, tanto amato dai salotti engagè che si formano nelle discussioni fra i prescelti che animano il mio negozio e le code per andare ad ascoltare gruppi indiscutibilmente hypsters. Frasi del tipo Shackleton è dio, la compilation della Hyperdub è la Bibbia concimata dal seme congiunto di Burial con Kode 9 fanno sorridere, se dette da persone con più di 25 anni, che non hanno mai ascotato una canzone come "Tempo", e che fanno apparire Vex'd o Scuba come due novizi con la chierica, incolpevoli di essere posti su di un trono, quello della critica italiana orale e scritta, fatto di stracci vintage e sushi cinese, "Nun te scurda".
a volte succede, e non te lo sai spiegare. Accade come l'apparizione della madonna. Poi tutto torna come prima, perché o sciore cchiu felice È ‘o sciore senza radice
RispondiEliminacorre comme ‘o cane senza fune, ‘o sciore senza padrune.
buono lo yogurt né.
merci:)
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